icuramente è il monumento più insigne nel Complesso dell’ex Monastero benedettino di San Benedetto in Polirone. Dell’antico Cenobio, fondato da Tedaldo dei marchesi di Canossa nell’anno 1007, rimangono notevoli strutture murarie ed un ingente Patrimonio storico-artistico. Attorno alla Basilica si stendono tre dei quattro chiostri originali, edificati a partire dall’anno 1450 per volere di Guido Gonzaga, protonotario apostolico e commendatario del monastero. Un grande refettorio ospita un importante affresco di Antonio Allegri ( il Correggio ), mentre l’imponente foresteria-infermeria sorprende per la raffinatezza degli interni e la stupefacente luminosità.
Le costruzioni religiose dei monaci erano molteplici, rimaste intatte fino al 1797, quando Napoleone Bonaparte soppresse il Monastero. Rimane la stupenda Basilica con annesso il romanico Oratorio di santa Maria, dove si conservano pregievoli mosaici pavimentali del XII secolo, composti davanti alla primitiva tomba di Matilde di Canossa. La maestosa costruzione si può considerare un autentico capolavoro di Giulio Romano, l’allievo prediletto di Raffaello, che a Polirone venne nel 1540 per realizzare un ambizioso Progetto ideologico dell’abate modenese Gregorio Cortese.
Elegantissimo il profilo policromo, che richiama strutture bramantesche. La facciata cita quelle caratteristiche delle basiliche romane, con la sovrapposizione di una loggia settecentesca. L’interno, grandioso ed armonico, ricchissimo di decorazioni sulle volte delle tre navate e delle dieci cappelle, riserva una ghirlanda di sorprese che meravigliano il visitatore.
Dietro all’altare monumentale è collocato un superbo coro ligneo intagliato dal bresciano Vincenzo Rovetta nell’anno 1550, mentre dal transetto si accede alla ricchissima sacrestia, realizzata con solenne eleganza da Giulio Romano, che ne disegnò anche gli arredi lignei, collocati tra il 1561 ed il 1563 ed intagliati da Giovanni Maria Piantavigna. Opere d’arte ed arredi liturgici ( tra i quali un candelabro donato all’abbazia da Matilde di Canossa e alcuni dei codici miniati prodotti dallo scriptorium di Polirone, uno dei più importanti in Europa ) impreziosiscono il Patrimonio del Museo della Basilica.